lunedì 7 aprile 2008

Crotone-Arezzo 1-1

La forza dell'Arezzo, la motivazione del Crotone e le difficoltà dell'arbitro, miscelate in un incontro dalle travolgenti emozioni.

Tabellino

CROTONE: Concetti, Borghetti, Rossi, Fiasconi, Bonomi, Pacciardi, Pederzoli (56` Briglia), Galardo, Basso (46` Petrilli), Ghezzal, Dalrio (90` Espinal).
A disposizione: Nicastro, Peana, Prevete, Coda.
Allenatore: Paolo Indiani

AREZZO: Marconato, Lanzara, Ranocchia, Goretti, Beati, Bricca, Miglietta (70` Bondi), Togni, Cavagna (81` Falsini), Chianese (43` Myrtaj), Martinetti.
A disposizione: Pettinari, Lopez, Mateo, Cazzola.
Allenatore: Stefano Cuoghi

ARBITRO: Claudio La Rocca dalla Sezione di Ercolano (Di Lascio, Vuolo)

RETI: 47` Martinetti su Rigore (A), 67` Ghezzal su rigore (C)

RECUPERO: 5 Minuti (2` PT + 3` ST)

AMMONITI: Fiasconi, Pacciardi, Rossi (C); Beati, Bricca, Cavagna, Goretti, Martinetti (A)
ESPULSI: Fiasconi (C) per doppia ammonizione.

SPETTATORI: 3.500 circa.

Una partita incredibilmente bella e combattuta, un frullato ricco di ingredienti bizzarri, sfornano come risultato, quello meno auspicato da entrambe le compagini.
Al Crotone serviva maggiore sicurezza in chiave Play-Off, all'Arezzo quei punti magici, utili per entrarvi.
Le recriminazioni a fine partita si sprecheranno, mentre l'accusa all'arbitro (sicuramente infondata) di parzialità, sarà, in sala stampa, il ritornello ripetuto a cantilena dall'allenatore Cuoghi.

Sul campo gli Amaranto dimostrano di voler far loro l'intera posta in palio e così si evince dall'atteggiamento mentale impresso sulla gara fin dai primissimi minuti di gioco.
L'impatto con la partita difatti è notevole, i RossoBlù arrancano malamente sotto i colpi costanti della maestria tecnica dei calciatori Aretini.

Si respira aria di Serie B a Crotone, quest'aria però, di origine Toscana non è generata dal pur bravo allenatore Indiani, ma piuttosto dalla potenza di un Arezzo, che, ti aspetti così sulla carta, ma che solo dopo l'arrivo di Chianese, ha cominciato a credere più intensamente nel recupero in classifica.
La pressione e lo spirito di agonismo infatti sono costanti, lo strapotere tecnico è fragoroso, l'Arezzo si propone con trame rapide e veloci, quasi irridenti, specie "nel gioco stretto", dove Pacciardi e Pederzoli fanno fatica ad intervenire con qualità e Galardo rincorre senza pragmatismo.

Così Chianese e Martinetti, supportati con mestiere dal centrocampo Amaranto, fanno soffrire e "sudare le fatidiche sette camicie" a Rossi e Fiasconi, ed entrambi i difensori vengono ammoniti dall'arbitro campano.

Peraltro è la velocità di esecuzione ad impressionare, mista alla grande malizia e prontezza con cui, i giocatori ospiti, battono qualsiasi calcio da fermo nel modo più rapido possibile, con lo scopo di rubare posizione e metri ai loro avversari.

Intanto Concetti compie un miracolo su una punizione piazzata, appena sotto l'incrocio dei pali, dall'ottimo Togni e Chianese dopo una triangolazione sullo stretto, con una giocata di gran maestria si libera del marcatore, si lussa una spalla e nonostante tutto piazza a girare un tiro velenoso "alla Del Piero", vicino al palo lontano difeso dal portiere RossoBlù.

Il fortissimo attaccante non ce la fa e quindi abbandona la gara, dando spazio a Myrtaj.

Il Crotone finalmente può respirare.

Comincia a muoversi in avanti con agilità, grazie agli appoggi calibrati di Galardo, le incursioni perpetue di Bonomi ed alle scorribande, questa volta spesso velleitarie di Ghezzal, chiuso ripetutamente da un incredibile, voracissimo Bricca.

Allo scadere del tempo, mentre il Crotone si ritrova, ecco giungere la mazzata psicologica che nessuno immaginava.

Un pallone gustosissimo, difatti, finisce nella zona di uno spento Basso che però perde l'attimo per la battuta ed ingenuamente rimane a terra.

Gli Aretini, come fatto fino a quel momento, non ci pensano un secondo e vedendo Borghetti rimasto solo sulla corsia laterale, non più protetto dallo "scalo" dell'attaccante esterno RossoBlù, fan viaggiare la palla velocissima fino ai piedi di Martinetti che evita un maldestro Rossi e scocca un tiro potente.

Fiasconi completa il dramma e per bloccarlo si tuffa sul pallone dentro l'area di rigore.

La Rocca indica il dischetto, ammonisce di nuovo ed espelle il centrale RossoBlù, mentre Martinetti spiazza Concetti e per il Crotone diviene notte fonda, proprio allo scadere del primo tempo.

Negli spogliatoi però, quando nessuno se l'aspetta più, accade qualcosa di magico.

Indiani riflette, non potendo inserire Ogbonna infortunatosi durante il riscaldamento, sposta Borghetti centrale al posto di Fiasconi ed indietreggia Pacciardi che comincia a fare il pendolo, grazie alle sue innate doti di maratoneta.

Poi decide di lanciare Petrilli al posto di Basso, ma la vera invenzione verrà servita da li a poco.

Con gran coraggio fuori Pederzoli e dentro Briglia, un ragazzo di strepitose speranze.

Come due veterani, i giovani Squali cominciano a sfiancare ed a "tagliare a fettine", uno stupefatto centrocampo Aretino, che dimenticato di essere in superiorità numerica, sottovaluta con gravissima colpa l'avversario e viene dominato dalla motivazione dei Pitagorici.

Da un lancio lungo di Concetti, Dalrio si trova a tu per tu con Marconato, ma viene fermato da uno scandaloso, inesistente fuorigioco.

Dall'altra parte, su un cross dalle fasce laterali, Martinetti viene contrastato da Pacciardi, invoca il rigore, ma viene invece ammonito per simulazione.

Rimarrà il dubbio ad essere sinceri.

Il nervosismo sale, fioccano le ammonizioni.

Il Crotone spinge a testa bassa, fino a quando, azione dopo azione, giocata dopo giocata, Petrilli vola in area di rigore e scivola su Lanzara.
Il contatto è leggerissimo, il rigore è fischiato, ma è oggettivamente discutibile.
Ghezzal segna, lo Scida esplode.

Nessuno potrà però affermare che i ragazzi in RossoBlù non abbiano meritato il pareggio.

L'Arezzo sembra un pugile suonato, non reagisce, Pacciardi, Galardo e Petrilli sono indemoniati, Briglia taglia e cuce che è un piacere, Bonomi "stoppa" tutti.
Il Crotone, non si ferma più, in blocco riparte con una grinta da far paura e, con uno scambio da manuale, porta Galardo al tiro.
Palo clamoroso!

(ed in ogni partita, i RossoBlù, inesorabilmente colpiscono un palo)

Dalrio è però lesto a rimettere la palla a centro-area, mentre Ghezzal viene abbattuto da Bricca che gli impedisce in modo scomposto e falloso di tirare a botta sicura.
Questa volta il rigore è sacrosanto.
Ma il cannoniere lo divora.

Il finale diviene una lunga fase di studio, con le squadre che hanno paura di perdere e con Ghezzal, ancora lui, che sperpera l'ultimo contropiede non servendo Espinal, appena entrato, che avrebbe potuto trovarsi solo davanti a Marconato.

La partita finisce ed iniziano le lamentele ingiustificate di Cuoghi.

Per una corretta informazione e perchè vogliamo essere i più obiettivi possibili, vogliamo qui riassumere le occasioni della partita:

Rigore netto per l'Arezzo ed espulsione per il Crotone.
Fuorigioco scandaloso fischiato a Dalrio.
Rigore che ci può stare per l'Arezzo non fischiato.
Rigore molto discutibile dato al Crotone.
Palo del Crotone.
Rigore netto per il Crotone.

Insomma dinanzi ad una terna arbitrale confusa, in una stupenda giornata di calcio, gli Aretini pareggiano a Crotone, pur se in superiorità numerica per tutto il secondo tempo.

Il risultato dunque è giusto e Cuoghi più che recriminare sull'arbitraggio, dovrebbe riflettere sul come Indiani sia riuscito, schierando due giovani terribili promesse del calcio Italiano e stringendo le fila servendosi del poliedrico Pacciardi, a soggiogare un Arezzo che, rientrando dagli spogliatoi, ha sicuramente con grave colpa, sottovalutato, un avversario che, peraltro in casa propria, precede la sua squadra dall'inizio dell'anno.