Ma qualche incertezza sul connubio rimane.
È un Indiani convinto di aver dato tutto e di aver costruito un piccolo gioiello, quello che si è affacciato in Sala Stampa per salutare tutti, ma che ancora dovrà decidere con la società se ci sarà un’eventuale prosieguo con i RossoBlù.
“Ho desiderato avere questo incontro con voi, perché a conclusione dell’annata, sento nell’animo il bisogno di ringraziare tutti.
Ringraziare la Società che mi ha dato questa opportunità, ringraziare la città di Crotone ed i suoi tifosi che ho avuto modo di apprezzare in tutte le sue sfaccettature.
E ringraziare quanti lavorano per il bene di questa squadra, compresa la Stampa.
Sono stato messo nelle migliori condizioni per svolgere il mio lavoro e questo per un allenatore è fondamentale.
Sono cresciuto tantissimo in un ambiente diverso dal mio e sento di dire che devo tanto a tutti voi e rimarrete per sempre nel mio cuore.
La nostra Stagione, secondo me, si ferma al 9½.
Il 10 lo prenderanno il Taranto o l’Ancona assieme ovviamente alla Salernitana”.
Mister in pratica sta salutando Piazza Pitagora?
“Ma nel modo più assoluto, questa conferenza ha l’unico scopo di terminare la stagione tracciandone un consuntivo.
Nei prossimi giorni si vedrà se inizierà una nuova avventura con il Crotone e lo valuteremo assieme, ma il futuro per ora è praticamente incerto”.
Tornando al campionato, come ha valutato la differenza fra le belle prestazioni disputate in casa e quelle opache in trasferta?
“Il Crotone ha raggiunto l’obiettivo Play-Off, rimanendo imbattuto in casa e qualche volta ha zoppicato in trasferta, ma chi può dire se con un altro modulo si sarebbe conquistato più punti lontani dallo Scida, ma meno in casa?
Il calcio è bello perché non c’è la riprova”.
Secondo lei questo Girone B della Serie C1, ha esaltato più i valori tecnici o quelli agonistici?
“Beh, senza l’agonismo non si va da nessuna parte, ma credo che questa Stagione abbia messo in luce delle rilevanti componenti tecniche, davvero di alto spessore.
Io dico i valori tecnici, quindi”.
Mister, senza girarci intorno, si è sentito tradito da qualche giocatore, ad esempio Dalrio?
“No, tradito no, dai, ma non posso nemmeno affermare che sia stata una stagione esaltante per Lorenzo e forse è fisiologico, un anno in calo dopo altri positivi ed è normale aver avuto giocatori quasi sempre sugli scudi ed altri meno brillanti.
Alcuni hanno giocato sotto le aspettative, altri ci hanno lasciato a bocca aperta ed alla fine le cose si equiparano”.
Secondo lei il tifo vi ha lasciati soli?
“Assolutamente no e lo dico con il cuore, in quel mio 9½ c’è anche il pubblico”.
In questo calcio moderno dove sempre più spesso si bruciano le tappe e già nell’immediato presente si pensa al futuro, cosa deve fare secondo lei un allenatore per costruire un gruppo, per aprire un ciclo, per creare un progetto?
“È l’ambizione massima per un allenatore, credo, poter allestire un piano di lunga durata ed avere soprattutto la sicurezza di poterlo portare avanti, però oggi nel calcio, altro che cicli!
Specialmente in Serie C, ma anche nelle categorie superiori, un allenatore vince un campionato se lo porta a termine.
Gli allenatori che hanno concluso questa stagione nei due Gironi, nella squadra in cui hanno cominciato, si contano sulle dita di due mani.
Non sta a me dire, se sia giusto o no, io devo solo fare il mio lavoro, sarebbe troppo bello ambire ai cicli, però...”.
E per ora non ci è dato sapere se questo “però” sia la chiave di volta del futuro di Mister Paolo, o solo una sua opinione personale dettata dal contesto.
È un Indiani convinto di aver dato tutto e di aver costruito un piccolo gioiello, quello che si è affacciato in Sala Stampa per salutare tutti, ma che ancora dovrà decidere con la società se ci sarà un’eventuale prosieguo con i RossoBlù.
“Ho desiderato avere questo incontro con voi, perché a conclusione dell’annata, sento nell’animo il bisogno di ringraziare tutti.
Ringraziare la Società che mi ha dato questa opportunità, ringraziare la città di Crotone ed i suoi tifosi che ho avuto modo di apprezzare in tutte le sue sfaccettature.
E ringraziare quanti lavorano per il bene di questa squadra, compresa la Stampa.
Sono stato messo nelle migliori condizioni per svolgere il mio lavoro e questo per un allenatore è fondamentale.
Sono cresciuto tantissimo in un ambiente diverso dal mio e sento di dire che devo tanto a tutti voi e rimarrete per sempre nel mio cuore.
La nostra Stagione, secondo me, si ferma al 9½.
Il 10 lo prenderanno il Taranto o l’Ancona assieme ovviamente alla Salernitana”.
Mister in pratica sta salutando Piazza Pitagora?
“Ma nel modo più assoluto, questa conferenza ha l’unico scopo di terminare la stagione tracciandone un consuntivo.
Nei prossimi giorni si vedrà se inizierà una nuova avventura con il Crotone e lo valuteremo assieme, ma il futuro per ora è praticamente incerto”.
Tornando al campionato, come ha valutato la differenza fra le belle prestazioni disputate in casa e quelle opache in trasferta?
“Il Crotone ha raggiunto l’obiettivo Play-Off, rimanendo imbattuto in casa e qualche volta ha zoppicato in trasferta, ma chi può dire se con un altro modulo si sarebbe conquistato più punti lontani dallo Scida, ma meno in casa?
Il calcio è bello perché non c’è la riprova”.
Secondo lei questo Girone B della Serie C1, ha esaltato più i valori tecnici o quelli agonistici?
“Beh, senza l’agonismo non si va da nessuna parte, ma credo che questa Stagione abbia messo in luce delle rilevanti componenti tecniche, davvero di alto spessore.
Io dico i valori tecnici, quindi”.
Mister, senza girarci intorno, si è sentito tradito da qualche giocatore, ad esempio Dalrio?
“No, tradito no, dai, ma non posso nemmeno affermare che sia stata una stagione esaltante per Lorenzo e forse è fisiologico, un anno in calo dopo altri positivi ed è normale aver avuto giocatori quasi sempre sugli scudi ed altri meno brillanti.
Alcuni hanno giocato sotto le aspettative, altri ci hanno lasciato a bocca aperta ed alla fine le cose si equiparano”.
Secondo lei il tifo vi ha lasciati soli?
“Assolutamente no e lo dico con il cuore, in quel mio 9½ c’è anche il pubblico”.
In questo calcio moderno dove sempre più spesso si bruciano le tappe e già nell’immediato presente si pensa al futuro, cosa deve fare secondo lei un allenatore per costruire un gruppo, per aprire un ciclo, per creare un progetto?
“È l’ambizione massima per un allenatore, credo, poter allestire un piano di lunga durata ed avere soprattutto la sicurezza di poterlo portare avanti, però oggi nel calcio, altro che cicli!
Specialmente in Serie C, ma anche nelle categorie superiori, un allenatore vince un campionato se lo porta a termine.
Gli allenatori che hanno concluso questa stagione nei due Gironi, nella squadra in cui hanno cominciato, si contano sulle dita di due mani.
Non sta a me dire, se sia giusto o no, io devo solo fare il mio lavoro, sarebbe troppo bello ambire ai cicli, però...”.
E per ora non ci è dato sapere se questo “però” sia la chiave di volta del futuro di Mister Paolo, o solo una sua opinione personale dettata dal contesto.
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